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“capitano” Indro Montanelli

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“capitano” Indro Montanelli
Ricordi smentiti
Un Miles gloriosus chiamato Indro
Proprietà riservata
Il «capitano» Montanelli
Un sottotenente che si proclama
capitano; un comandante di plotone
che – decenni dopo - si promuove
comandante di battaglione. Un fante
che si spaccia per granatiere.
E poi: poco fronte e molta scrivania;
encomi e decorazioni dichiarati ma mai
ricevuti; missioni da compiere senza
nessuno che le abbia ordinate, battaglie
raccontate e mai vissute, una certa
abilità a mischiare le carte. Al punto
da rivendicare un’espulsione dal Partito
fascista che forse non ci fu mai.
Le guerre del grande giornalista –
alla luce dei documenti –
non sembrano proprio essere state
come le ha raccontate lui
«R
Dicembre 1935 Asmara, hotel Amasien: Montanelli (terzo
in piedi da sinistra) assieme a militari e giornalisti poco dopo
lo scoppio della guerra italo-abissina. Si riconoscono Mario
Badoglio (figlio di Pietro, secondo in piedi da sinistra)
e il giornalista Mario Appelius (ultimo a destra, seduto)
di Serena Gana Cavallo
iuscii a indossare
la mia uniforme da
capitano dei granatieri: volevo arrendermi da soldato,
non da imboscato…
M’interrogava un
ufficiale della Wehrmacht. Avevo avuto il permesso di vestire la mia giubba
da capitano anche in cella e un giorno venne a interrogarmi un sottufficiale. Mi rifiutai di rispondergli perché
il suo grado era inferiore al mio… Quell’orgoglio di soldato fu il collante che tenne insieme i miei nervi… la
fierezza militare prevalse sulla paura…» (I. Montanelli,
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«Soltanto un giornalista», testimonianza resa a Tiziana
Abate, Rizzoli 1999).
A cent’anni dalla nascita il fascicolo di Indro Montanelli
(1909-2001), presso l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore
dell’Esercito, dà notizie e riscontri utili per completare,
arricchire o talora correggere – caso non infrequente - la
sua biografia. Diciamo quindi subito che il sottotenente
di complemento di Fanteria Montanelli Indro, assegnato
in prima nomina, il 18 giugno 1931, al 232° reggimento,
questo grado ebbe per tutta la sua carriera di militare.
Indro passa la visita di leva nel 1928 e viene posto in
congedo illimitato. Nel 1929 ottiene l’ammissione alla
«ferma riducibile» e di ritardare la presentazione alle armi
Settembre 2009
in quanto studente universitario, ritardo confermato nell’aprile 1930. Quello stesso anno, dopo aver conseguito la
laurea in legge, il 13 novembre viene inviato come allievo
ufficiale di complemento presso la scuola di Palermo. Nel
febbraio 1931 gli viene negata la riduzione del servizio e
il 31 maggio è collocato in licenza illimitata in attesa della
nomina. Il 18 giugno, col grado di sottotenente di complemento, viene assegnato per il servizio di prima nomina al
232° reggimento di Fanteria a Bolzano, dove giunge il 1°
febbraio 1932 per essere poi inviato in congedo il 31 agosto dello stesso anno. Nelle note personali il relatore, capitano Carlo Moneta, attesta che Montanelli «ha dimostrato
di possedere ottime qualità di marciatore e di resistenza
fisica», anche se «nei primi tempi del suo servizio lasciava
Settembre 2009
alquanto a desiderare per imprecisione, esattezza, puntualità»; il primo revisore, maggiore Vincitorio, dichiara
di concordare «di massima» col giudizio positivo del relatore «pur avendo talvolta lasciato desiderare per attività
e rendimento»; il secondo revisore, colonnello Filiberto di
Savoia-Genova, concorda.
Nel 1932 Indro Montanelli consegue la seconda laurea,
in Scienze Politiche, e nel dicembre 1933 inizia la sua collaborazione con «l’Universale» di Berto Ricci [uno dei più
agguerriti periodici dei giovani fascisti, NdR], ma ancora
non ha scelto la sua strada. Nell’ottobre 1934 richiede infatti al distretto militare di Orvieto copia del foglio matricolare e caratteriale del servizio prestato a Bolzano quali
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