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«Dimentica la memoria. Prova con l`immaginazione!» Il metodo

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«Dimentica la memoria. Prova con l`immaginazione!» Il metodo
«Dimentica la memoria. Prova con l’immaginazione!» Il metodo TimeSlips Il metodo TimeSlips (www.timeslips.org) è un programma elaborato dalla prof. Anne Basting,
direttrice del Center on Age and Community dell'Università del Wisconsin-Milwaukee
(www.ageandcommunity.org), per favorire l'espressione delle persone con demenza.
Poiché queste persone perdono progressivamente le capacità logico-cognitive, ma mantengono
ancora per molto tempo quelle emotive e creative, si chiede loro non di ricordare, ma
di immaginare, inventare una storia, a partire dallo stimolo fornito da un'immagine.
TimeSlipsè stato introdotto per la prima volta in Europa nel 2009 con un laboratorio pilota al nucleo
Alzheimer della rsa Vincenzo Chiarugi di Empoli, condotto da Luca Carli Ballola e Silvia Melani;
ed è stato adottato in diverse strutture a Firenze e in Toscana, dopo che la stessa prof. Basting lo ha
presentato in un convegno a Palazzo Vecchio, su invito della Fondazione Franceschi e
dell'Associazione LibriLiberi, nel giugno dell'anno scorso.
All'inizio sono state applicate alla lettera le prescrizioni del metodo, che indicano di usare come
stimolo delle fotografie; poi abbiamo ceduto alla tentazione inevitabile di usare anche dipinti,
sculture. Poiché i risultati erano incoraggianti, l'Associazione LibriLiberi, in accordo con il
Coordinamento attività didattica di Palazzo Strozzi diretto da Devorah Block, ha deciso di provare
quanto stanno già sperimentando al MoMA, al Chicago Art Institute e al Louvre: portare dentro il
museo i laboratori TimeSlips, le persone malate d'Alzheimer, farle sedere, guardare, inventare storie
davanti alle opere d'arte originali.
Questo naturalmente non ha solo la valenza di concedere un pomeriggio emozionante e
culturalmente alto a persone che la malattia destina a un'esistenza invece povera di opportunità, e ai
loro familiari; ma anche quella di farle incontrare con i normali visitatori del museo: e in
un'occasione nella quale dimostrano tutta la loro ancora grande capacità di capire, emozionarsi,
esprimersi.
Infatti, il dolore causato dall'Alzheimer e da altre forme di demenza è solo in parte imputabile
direttamente alla malattia: per le persone colpite, la difficoltà di comunicazione e quindi di
relazione provoca altrettanta sofferenza; questo vale purtroppo anche per i loro familiari, che si
sentono abbandonati, isolati, in una perenne quarantena. Amici e parenti non hanno il coraggio di
chiedere, sembrano imbarazzati, forse preferiscono non sapere.
Crediamo invece che sia importante parlarne, affrontare l'argomento, conoscere, rendersi conto;
favorire le possibilità d'incontro con queste persone può aiutare loro, a rimanere in un contesto
comunque stimolante; i loro familiari, a non sentirsi isolati; ma anche noi, a vincere la paura e
cancellare lo stigma che spesso caratterizza la malattia d'Alzheimer.
L’obiettivo del programma è incoraggiare l’espressione creativa di coloro che sono affetti da
demenza e, allo stesso tempo, far conoscere a un pubblico più vasto possibile le loro potenzialità
creative.
Questo restituisce a queste persone la dignità e un ruolo sociale che spesso hanno perduto;
contemporaneamente, offre a noi la possibilità di comprendere il loro mondo.
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