Ruolo della colonscopia nella malattia diverticolare e
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SoP Standard of Practice Ruolo della colonscopia nella malattia diverticolare e diverticolite acuta Elisabetta Dal Pont, Pierenrico Lecis, Lucas Giovanni Cavallaro, Anna Giacomin, Ermenegildo Galliani, Bastianello Germanà InTRODUZIONE La diverticolosi è la più frequente alterazione anatomica del colon diagnosticata durante colonscopie di routine, localizzata in più del 90% dei casi nel sigma e colon discendente (1,2): l’incidenza aumenta con l’età, da meno del 5% prima dei 40 anni al 30% nella popolazione con ≥ 50 anni, per arrivare a oltre il 65% ≥ 85 anni (3). Di questi, solo una parte, il 20%, può sviluppare dei sintomi, senza tuttavia arrivare alla diverticolite, che si manifesta nel 4-7% dei casi (4,5). L’età media di presentazione della diverticolite è intorno ai 60 anni, sebbene circa il 20% dei pazienti con diverticolite abbia meno di 50 anni (5). La diverticolosi del colon comprende una serie di condizioni cliniche che vanno dalla diverticolosi asintomatica alla malattia diverticolare complicata (tabella 1) (6). La colonscopia è, insieme alla clinica ed alle tecniche diagnostiche radiologiche, uno strumento fondamentale nella diagnosi, nel trattamento e nella valutazione della prognosi della diverticolosi asintomatica e non. La diagnosi di diverticolosi è generalmente incidentale e non influisce sulla sicurezza e l’accuratezza della colonscopia: il problema si presenta davanti a una diverticolosi massiva, specialmente nel colon sigmoideo, condizione che può aumentare il rischio di perforazione, a causa della rigidità del colon e della potenziale confusione tra lume divertico- lare e vero lume. Peraltro la rigidità del lume può inficiarne la distensibilità e quindi l’accuratezza nella valutazione completa della mucosa. La colonscopia ha diverse indicazioni nella gestione della malattia diverticolare del colon, che vanno dalla diagnosi differenziale con altre forme infiammatorie coliche, al trattamento del sanguinamento da diverticolo, alla stadiazione prognostica. La colonscopia nella diagnostica e trattamento della diverticolite acuta La diagnosi e cura di un paziente che si presenta con sintomatologia compatibile con diverticolite acuta, comprende, tra le indagini diagnostiche precoci, oltre la clinica, l’esame obiettivo e gli accertamenti bioumorali, tecniche di imaging radiologico quali l’ecografia e la TAC addome con mezzo di contrasto (mdc), che attualmente rappresenta la metodica diagnostica di scelta perché in grado di diagnosticare sia la diverticolite che le sue complicanze, con una sensibilità e specificità superiori al 90% (1). Si ritiene che eseguire la colonscopia in un paziente con Tabella 1 Classificazione clinica (6) Presenza di diverticoli nel colon, sintomatica o asintomatica Diverticolosi sintomatica: la sintomaticità di questa condizione può essere data dalla diverticolite vera o da altre manifestazioni aspecifiche (es: ipersensibilità viscerale in assenza di infiammazione) Si distingue in: •Malattia diverticolare sintomatica non complicata (SUDD): è la presenza di sintomi addominali persistenti, Malattia diverticolare attribuibili ai diverticoli, in assenza di colite macroscopicamente visibile o diverticolite •Diverticolite: infiammazione macroscopica di uno o più diverticoli, distinta in: - diverticolite non complicata: alla TAC ispessimento di parete con ispessimento del grasso mesenteriale - diverticolite complicata: presenza di ascesso, ostruzione, fistola, emorragia •Colite segmentaria associata alla diverticolosi (SCAD): forma di flogosi che interessa la mucosa nella sede della diverticolosi. Ha caratteristiche endoscopiche ed istologiche simili a quelle della malattia infiammatoria cronica intestinale. U.O.C. di Gastroenterologia, Ospedale San Martino, ULSS 1 di Belluno Giorn Ital End Dig 2016;39:33-38 Diverticolosi 33 un quadro di diverticolite acuta non sia raccomandabile plasie, sebbene siano necessari più studi per dare forza per il rischio di perforazione legato all’insufflazione ed a questa ipotesi (9,10). alle manovre di manipolazione dello strumento, con dif- A complicare la questione vi sarebbe una perdita potenficoltà tecniche legate agli spasmi del colon, al restrin- ziale di potere diagnostico della colonscopia legata alle gimento del lume ed alla fissità del viscere derivante da alterazioni architetturali di parete del colon con divertiprecedenti flogosi e fibrosi pericolica (7): pertanto, essa coli, che potrebbe compromettere una visualizzazione viene considerata sicura se eseguita almeno 6 settima- completa della mucosa o potrebbe essere causa di una ne dopo l’episodio acuto (1). La principale indicazione resezione parziale delle lesioni adenomatose. Tuttavia ad eseguire una colonscopia a breve distanza di un epi- gli studi non sono concordi ed alcuni osservano che sodio di diverticolite è legata alla necessità di escludere non vi è un aumentato rischio di lesioni degenerative. una patologia di natura neoplastica, quale la presenza Recentemente Huang et al (11), in uno studio retrospetdi adenomi o cancro colo-rettale (CRC) che va comun- tivo su circa 41.000 soggetti con diagnosi di diverticoloque esclusa in un paziente con sintomi addominali di si confrontato con una popolazione di 165.000 persone sottoposte a colonscopia, hanno osservato un rischio nuova insorgenza Alcuni studi riportano infatti un aumentato rischio di significativamente aumentato di CRC nella coorte di paadenomi ed adenomi avanzati nei pazienti con diver- zienti con diverticolosi rispetto i controlli (Hazard Ratio ticolosi. Fisiologicamente, le due condizioni hanno al- aggiustato per età, sesso e comorbidità, 4.54; 95% CI cune caratteristiche che le accomunano: la loro inci- 4.19-4.91; p<0.0001), ma solo nel primo anno di foldenza aumenta con l’avanzare dell’età, sono favoriti da low up, con una successiva incidenza simile nei due una dieta povera di fibre e ricca di grassi saturi con gruppi (incidenza rispettivamente del 15.13 vs 15.74% un tempo di transito intestinale rallentato. Fra gli studi per 10.0000 persone/anno). Ancora più recentemente, a favore di tale dato, recentemente è stato pubblicato uno studio su pazienti sottoposti a prima colonscopia un lavoro retrospettivo su 2.223 pazienti sottoposti a di screening, asintomatici, non ha dimostrato associacolonscopia, nel quale gli Autori hanno osservato che la zione tra presenza di diverticoli e di adenomi (OR 1, prevalenza di adenomi nei pazienti con diverticolosi era 95% CI 0.71.4) o adenomi avanzati (OR 0.8, 95% CI significativamente più alta rispetto i pazienti senza diver- 0.4–1.5). Tale dato si confermava anche dopo stratifiticoli (OR 1.54; 95% intervallo di confidenza (CI) 1.27- cazione per il sesso (12). 1.80, p=0.001) (8). Questa associazione si confermava Peraltro i reperti TAC, esame a cui spesso questi pazienti per tutte le sedi e tipi istologici dei polipi. Osservavano vengono sottoposti, possono essere talora confondenti inoltre un’associazione significativa tra l’età, la presenza e non dirimenti e la stessa sintomatologia può persistere di diverticolosi e di polipi (OR 1.03; 95 % CI 1.02-1.04), nonostante la terapia rendendo poco chiaro il quadro. In con un’incidenza dei polipi che aumentava con l’età ed questi casi, la colonscopia può rendersi necessaria anun picco oltre i 70 anni (OR 3.55; 95 % CI 2.50-5.04). Figura 1 Immagine dello stesso paziente che eseguiva l’esame Peraltro non era dimostrata per positività del sangue occulto fecale, in previsione di terapia associazione tra l’indicazione cardiologica, in assenza di sintomatologia specifica alla colonscopia e la presenza di polipi nei pazienti con diverticolosi (OR 0.98; 95 % CI 0.95-1.01). Il dato di relazione tra diverticolosi e lesioni degenerative potrebbe avere alla base un meccanismo di plausibilità biologica, derivante da un’aumentata proliferazione cellulare, simile a quella presente nella colite ulcerosa Diverticolosi del sigma Diverticolo con tessuto e quindi un rischio aumentato di granulazione infiammatorio, di sviluppo di adenomi e neosanguinamento e pus 34 La colonscopia nella diagnosi differenziale tra diverticolite e altre forme di flogosi Il coinvolgimento flogistico segmentale colico può essere presente in numerosi processi infiammatori che vanno dalle forme infettive alle malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI). Vi sono alcuni criteri endoscopici che aiutano a distinguere le diverse forme flogistiche, fra le quali ha un ruolo a parte la SCAD (ovvero “Segmental colitis associated with diverticulosis”), una forma di colite cronica associata alla malattia diverticolare, che si manifesta solo nel colon affetto da malattia diverticolare, prevalentemente al sigma. Inizialmente considerata una forma di malattia diverticolare complicata e cronicizzata, attualmente alcuni la avvicinano alle MICI, di cui può rappresentare una manifestazione all’esordio e con cui condivide alcune caratteristiche, fra le quali l’espressione di TNF-alfa maggiore rispetto i controlli; in letteratura sono riportati alcuni case report di risposta alla terapia con Infliximab (16,17), sebbene la maggior parte dei quadri sia a risoluzione spontanea. La sua diagnosi è endoscopica ed è caratterizzata da una flogosi localizzata solo nella zona in cui sono presenti i diverticoli, che non interessa l’orifizio dei diverticoli se non nelle forme severe. Differentemen- standard of practice te, nelle forme infettive l’infiammazione mucosa, generalmente modesta, si può osservare in sedi multiple; nella diverticolite, l’infiammazione interessa inizialmente l’orifizio diverticolare e successivamente si allarga alla mucosa inter-diverticolare; nella colite ulcerosa (CU) l’infiammazione interessa sempre il retto (che caratteristicamente non è interessato nella SCAD) e coinvolge senza soluzione di continuità tutta la mucosa, anche gli orifizi diverticolari; nella malattia di Crohn (MC) caratteristico è l’interessamento di qualsiasi segmento intestinale. Uno studio recente condotto su 6230 colonoscopie ha approfondito le caratteristiche endoscopiche della SCAD, classificandola in quattro pattern endoscopici: • pattern A, 'crescentic fold disease', con lesioni rosse circolari generalmente site sul vertice delle pieghe del colon • pattern B, 'Mild-to moderate ulcerative colitislike', con lesioni indistinguibili da quelle della CU, ma coinvolgenti solo i segmenti interdiverticolari • pattern C, 'Crohn's disease colitis-like', caratterizzato da ulcere aftoidi isolate, site sulla sommità delle pliche del colon e circondate da mucosa indenne • pattern D, 'Severe ulcerative colitis-like', con lesioni indistinguibili da quelle presenti nella mucosa di pazienti con CU in fase di attività severa. La maggior parte dei pazienti con patterns A (58.33%, P < 0.018) e B (89.29%, P < 0.00001) mostravano alterazioni istologiche simili a quelle della CU. Nel pattern C, vi era una variabilità istologica più ampia. Tutti i pazienti con pattern D presentavano alterazioni istologiche tipiche della CU severa (P < 0.0001) (18). Da uno studio su 27 pazienti affetti da SCAD, sorvegliati per 5 anni si è inoltre osservato che le forme di SCAD più severe (pattern B e D) hanno rischio di ricorrenza più elevato rispetto i pattern di tipo A e C (19). La colonscopia nella classificazione della malattia diverticolare Fino a poco tempo fa la classificazione della malattia diverticolare era stata sostanzialmente volta alla classificazione della diverticolite e non esistevano classificazioni endoscopiche. Recentemente è stata formulata una classificazione endoscopica della diverticolosi, nota come DICA (Diverticular Inflammation and Complication Assessment), Giorn Ital End Dig 2016;39:33-38 che precocemente ed è stato dimostrato che una colonscopia precoce (dopo 3-11 giorni dal ricovero) è altrettanto sicura ed efficace, con l’accortezza di manovrare delicatamente lo strumento, insufflando al minimo. Il 17% di un gruppo di pazienti sottoposti a colonscopia precoce per sintomi persistenti dopo l’episodio di diverticolite acuta, aveva altre patologie coliche significative (13). Valutare quindi endoscopicamente la mucosa dopo un episodio diverticolitico appare fortemente consigliabile, nonostante i dati conflittuali della letteratura, per escludere patologie tra le quali non solo il CRC, ma anche altre forme di flogosi. Questo in particolare nei pazienti non sottoposti di recente a una colonscopia o con segni quali una parete ispessita oltre i 6 mm, ascessi, stenosi o linfonodi. Inoltre essa è necessaria per formulare un corretto iter terapeutico, legato alla valutazione della persistenza o risoluzione del quadro flogistico. Con la colonscopia si può diagnosticare inoltre il primo evento diverticolitico e cioè la presenza macroscopica di diverticolite, in assenza di sintomi clinici, evento che è riportato nello 0.8-2% delle persone sottoposte a colonscopia (14,15) (figura 1). 35 che ha dato significato a quelle valutazioni endoscopiche che Parametri Punti venivano riportate nei referti, ma Estensione della diverticolosi che non veniva2 - Colon sinistro 1 - Colon destro no interpretate e misurate nel Numerosità dei diverticoli ruolo progno0 - Fino a 15 1 - Più di 15 stico di malattia (ad esempio, Presenza di flogosi la diverticolosi 1 - Edema/iperemia 2 - Erosioni “sporadica” o 3 - SCAD “diffusa”, la flogosi diverticoPresenza di complicanze 4 - Rigidità del colon lare, la rigidità 4 - Stenosi del viscere) (20). 4 - Pus Essa prende in 4 - Sanguinamento considerazione Totale ---quattro parametri principali: estensione della diverticolosi, numerosità dei diverticoli, presenza di flogosi, presenza di complicanze endoscopicamente valutabili. A loro volta questi quattro parametri vengono suddivisi in alcuni ulteriori sottoparametri, ad ognuno dei quali è attribuito un punteggio (tabella 2). Per quanto riguarda il parametro della “presenza di flogosi”, nella classificazione viene preso in considerazione il più grave, quando vi sono contemporaneamente più reperti (esempio: alcuni diverticoli con iperemia altri con erosione). Tabella 2 Classificazione DICA (20) La classificazione permette quindi di costruire tre gradi di DICA (figura 2): • DICA 1 - fino a 3 punti: condizione di diverticolosi semplice , probabilmente senza rischio di complicanze • DICA 2 - da 4 a 7 punti: malattia diverticolare lieve, probabilmente con un basso rischio di complicanze • DICA 3 - da 8 punti in poi: caratterizzato da ulcere aftoidi isolate, site sulla sommità delle pliche del colon e circondate da mucosa indenne. Nello studio, un gruppo di endoscopisti esperti ha valutato una serie di video di colonscopie, classificandone il 40% come DICA 1 ed il 30% parimenti come DICA 2 e 3. Il tasso di concordanza tra gli operatori è stato alto, pari 0.847 (95% CI 0.812-0.893). La validazione dello score è stata espletata mediante correlazione con alcuni sintomi (dolore addominale, sanguinamento, stipsi e diarrea) ed indici di flogosi (VES e PCR). è stata ottenuta una significativa correlazione tra lo score DICA e la PCR (p = 0.0001) e il dolore addominale (p = 0.0001). Il passo successivo è stato valutare il potere predittivo di DICA revisionando 50 video di pazienti: 68% (30) sono stati classificati DICA 1, i restanti DICA 2. Comparsa o ricorrenza di complicanze di malattia sono state osservate in 29 soggetti (58%): di questi il 65.5% era stato classificato come DICA 2 (p = 0.036). Figura 2 Esempi di gradi DICA DICA 1: fino a 15 diverticoli del colon di sinistra: punteggio 2 36 DICA 2: più di 15 diverticoli al colon sinistro con edema, iperemia ed erosioni: punteggio 6 DICA 3: più di 15 diverticoli del colon di sinistra, con edema ed iperemia, pus e rigidità del colon: punteggio 12 •Il ruolo della colonscopia nella malattia diverticolare prevede diagnosi, prognosi e gestione di alcune complicanze •è indicata nel follow up dei pazienti con episodio di diverticolite per la valutazione completa della mucosa colica per escludere patologia neoplastica associata standard of practice Il sanguinamento diverticolare è la causa più comune di emorragia dalle basse vie digestive (LGIB, fino al 65%). Esso è clinicamente significativo nel 3%-15% dei pazienti con diverticolosi e si arresta spontaneamente nei 2/3 dei casi. Le percentuali di recidiva a 4 anni sono del 25%-40%. Pertanto, seppur autolimitantesi nella maggior parte dei casi, una percentuale di pazienti richiede trattamento endoscopico, radiologico o chirurgico (21). Con la colonscopia è possibile identificare stigmate di sanguinamento diverticolare, quali il sanguinamento attivo, il vaso visibile, la presenza di coaguli aderenti, e trattarle. La percentuale di identificazione delle stigmate di sanguinamento, nelle colonscopie eseguite per generico LGIB, varia dal 6 al 42% ed il potere diagnostico della colonscopia eseguita precocemente (a 8-24 h dall’ospedalizzazione) varia dal 45% al 100% ed è significativamente più alto delle metodiche radiologiche (angiografia e scintigrafia con globuli rossi marcati) (22). Jensen et al (23) hanno riportato una percentuale di successo di identificazione di diverticoli sanguinanti in circa il 23% delle colonscopie, quando la colonscopia venga espletata entro 6-12 h dall’ospedalizzazione o dalla diagnosi di sanguinamento. In aggiunta alla colonscopia urgente, Nikura et al hanno osservato che l’esame espletato da un endoscopista esperto, l’uso del cap ed il sistema water jet sono predittori di identificazione di lesioni (24). Per contro, alcuni fattori possono inficiare l’efficacia dell’esame: l’ampia superficie colica, la necessità di una preparazione intestinale rapida e con elevati volumi di PEG, la caratteristica di sanguinamento intermittente ed il reperto di multiple potenziali lesioni. Nonostante queste limitazioni e i lavori che studiano l’utilizzo delle tecniche radiologiche nella diagnosi e nel trattamento, una recente Review ha osservato che in tutti gli studi presi in considerazione, la diagnosi definitiva di sanguinamento diverticolare veniva posta con la colonscopia e che la colonscopia urgente e l’angiografia sono parimenti tecniche terapeutiche di prima linea (25). L’approccio terapeutico al sanguinamento diverticolare non è standardizzato ed include le tecniche comunemente utilizzate per il trattamento dei sanguinamenti: la terapia meccanica con clips metalliche, la terapia iniettiva con adrenalina, la legatura endoscopica e la terapia termica di contatto (26). La terapia termica, che comprende heater probe e la coagulazione bipolare, può essere usata da sola o in com- Take home message •La diverticolosi è l’alterazione anatomica più comunemente diagnosticata durante colonscopia •è necessaria nella diagnosi differenziale delle flogosi coliche i cui sintomi possono mimare una diverticolite •Esiste attualmente uno score endoscopico validato per la classificazione e prognosi della diverticolosi del colon (DICA) •Nel LGIB la colonscopia ha il ruolo di diagnosi e terapia e va espletata precocemente (6-24 h dall’ingresso o dall’insorgenza dell’emorragia) binazione con l’iniezione di adrenalina. L’adrenalina viene utilizzata con una diluizione di 1:10,000 o 1:20,000 ed è iniettata nella sottomucosa in dose di 1-2 ml nella sede del sanguinamento attivo o attorno a un vaso visibile. Con la terapia termica di contatto è stato riportato un rischio di perforazione superiore al 2.5% nella parete del colon destro, più sottile, pertanto va adeguatamente valutato il settaggio e vanno evitate le applicazioni ripetute. Il posizionamento di clip metalliche, sul vaso visibile sul colletto del diverticolo o a chiudere l’orifizio diverticolare, rappresenta una valida alternativa ed ha il vantaggio di essere rapida e di facile esecuzione. Per facilitare il posizionamento della clip, è stato descritto l’uso del cap, che rovescia il diverticolo. La legatura endoscopica è stata descritta in alcuni studi, ma la numerosità dei pazienti è scarsa e quindi i dati non conclusivi. Questa tecnica può essere limitata da un’inadeguata suzione del diverticolo e da alte percentuali di risanguinamento precoce, che sono state descritte. Possono essere inoltre utili alcuni accorgimenti che facilitano un eventuale approccio successivo: un tatuaggio vicino il diverticolo sanguinante ad aiutare il lavoro del chirurgo o il posizionamento di una clip metallica a consentire la localizzazione della sorgente del sanguinamento in angiografia (22). Corrispondenza Bastianello Garmanà U.O.C. di Gastroenterologia, Ospedale San Martino ULSS 1 Belluno Viale Europa, 22 - 32100 Belluno Tel. + 39 043 7516295 Fax + 39 043 7516580 E-mail: [email protected] Giorn Ital End Dig 2016;39:33-38 Trattamento endoscopico del sanguinamento diverticolare 37 Bibliografia 1.Jacobs DO. Clinical practice. Diverticulitis. N Engl J Med 2007 Nov 15;357(20):2057-66. Review. 2.Strate LL, Modi R, Cohen E et al. Diverticular disease as a chronic illness: evolving epidemiologic and clinical insights. 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