un modello preda-predatore per due specie in competizione
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un modello preda-predatore per due specie in competizione
UN MODELLO PREDA-PREDATORE PER DUE SPECIE IN COMPETIZIONE Laura Silvani, Mario Abundo Riassunto. Si considera un modello matematico per l’evoluzione di sistemi di popolazioni interagenti tra loro, il prototipo dei quali è il cosiddetto sistema preda-predatore, di grande interesse in ecologia. Le evoluzioni delle popolazioni in funzione del tempo sono descritte mediante equazioni alle differenze, oppure differenziali, di tipo LotkaVolterra, le cui soluzioni vengono qualitativamente studiate in dipendenza di alcuni parametri di significato biologico. Simulazioni al computer, ottenute implementando un semplice programma scritto nel linguaggio Mathematica, permettono di effettuare analisi di scenario interattive, al variare dei parametri del modello. Ciò costituisce un valido esempio di come l’utilizzo della Matematica, non solo aiuti a descrivere la realtà, ma suggerisca anche come prevederne l’evoluzione. Abstract. A mathematical model for the evolution of systems of interacting populations is considered, a typical example being the socalled prey-predator system, of peculiar interest in ecology. The behaviors of the populations as functions of time are described by means of difference, or differential equations of Lotka-Volterra type, whose solutions are qualitatively studied in the dependence of some parameters of biological meaning. Computer simulation, obtained by running a simple Mathematica program, provides interactive scenario analyses. This is a valid example of how Mathematics is a useful tool, not only to describe reality, but also to forecast its evolution. Laura Silvani IPSIA “Europa” Roma Mario Abundo Dipartimento di Matematica Università Tor Vergata, Roma e-mail: [email protected] È luogo comune tra i non addetti ai lavori che la Matematica sia non solo una materia arida e orientata a far svolgere calcoli noiosi e complicati, ma anche (e soprattutto?) una disciplina inutile e priva di qualunque collegamento con la realtà. Il fatto che, invece, la Matematica può aiutare a descrivere la realtà, e di fatto essa è indispensabile per costruire e studiare modelli di qualunque fenomeno (naturale, fisico, chimico, biologico, ecologico, economico, finanziario,....) che attiri la nostra curiosità e la nostra attenzione, dovrebbe essere messo bene in evidenza fin dai primi anni della scuola secondaria superiore. Ciò servirebbe proprio ad evitare che, crescendo, si maturasse nell’individuo una ripulsa verso tutto ciò che sa di Matematica. In verità, non solo la Matematica aiuta a descrivere la realtà, ma essa aiuta anche a prevederne l’evoluzione. Vogliamo qui parlare di un semplice modello per l’evoluzione di due specie interagenti tra loro, che vivono nel medesimo habitat. L’argomento richiede qualche nozione matematica e, con un po’ di buona volontà, può anche essere trattato in una classe terminale del liceo scientifico o di un istituto tecnico. Il modello basilare descrive la situazione in cui una specie serve da “nutrimento” ad un’altra, ma può essere facilmente generalizzato a sistemi di due o più popolazioni (non necessariamente individui, né animali o vegetali) agoniste o antagoniste. Pertanto esso è anche adatto a descrivere reazioni chimiche, evoluzione genetica, e tanti altri fenomeni nelle Scienze Economiche, Umanistiche e Sociali. I modelli di questo tipo trovano applicazione non solo allo studio di eventi demografici, ma anche di altri fenomeni connessi al comportamento di due differenti gruppi etnici, o semplicemente gruppi di animali o persone. È comune infatti nella società animale che si formino gruppi che competano tra di loro per il potere ed il predominio su un dato territorio; nella società umana, associazioni, partiti politici, sette religiose, costituiscono esempi familiari [Bartholomew]. Dal punto di vista economico, un esempio di competizione è fornito da due gruppi di persone, il più forte dei quali ha il predominio (sociale ed economico) su quello più debole o più emarginato. Il gruppo più forte può essere considerato come quello dei “predatori” o dei “lupi”, quello più debole come quello delle “prede” o degli “agnelli”. Certamente, questa è una versione molto semplicistica dei fenomeni sociali ed economici, che appartengono alla classe dei cosiddetti “sistemi complessi”, cioè quei fenomeni la cui descrizione è molto complicata a causa dell’enorme numero di variabili che intervengono nella loro descrizione. Il cosiddetto modello preda-predatore trova una naturale applicazione soprattutto in ecologia e fa parte della categoria dei modelli detti di Lotka-Volterra [Volterra], adatti a descrivere sistemi composti di due o più specie animali o vegetali. Un nuovo esempio, recentemente studiato da Yashima [Yashima] dal punto di vista matematico, è quello del sistema costituito dal pino cembro e la nocciolaia che vivono in una sorta di simbiosi. Il pino cembro (Pinus cembra) è una specie di pino alpino, mentre la nocciolaia (Nucifraga caryocatactes) è un uccello dei passiformi che vive nei boschi in cui è presente il pino cembro. La nocciolaia si ciba dei semi della conifera, che costituiscono l’alimento principale della sua dieta, mentre la pianta si serve del volatile come mezzo di propagazione dei propri semi che, pesanti e privi di ali, difficilmente potrebbero essere diffusi dal vento. La nocciolaia è fornita di un massiccio e robusto becco che le permette di spaccare la pigna del pino cembro ed estrarne i semi. In autunno, il volatile raccoglie i semi del pino; una parte di questi viene subito consumata ed un’altra viene trasportata e sotterrata in luoghi anche lontani dalla pianta. I semi sotterrati vengono utilizzati dalla nocciolaia come nutrimento nei mesi invernali e durante il periodo riproduttivo. Può accadere che alcune di queste riserve vadano perdute e non più ritrovate; proprio questi semi rimasti possono poi dar vita a nuove piantine di pino cembro, il quale è un albero molto longevo (può sopravvivere fino a 500 o 600 anni) e molto lento nell’accrescimento (una pianta di pino cembro è fertile solo dopo i 40 anni). Così il pino cembro e la nocciolaia costituiscono un esempio di un sistema di due specie, non antagoniste, ma agoniste, cioè che collaborano per il mantenimento delle rispettive specie. Torniamo ora al nostro modello (più semplice da comprendere e da trattare) di due specie antagoniste (preda-predatore). Indichiamo con x(t) e y(t), rispettivamente, il numero delle prede e dei predatori che vivono in un certo habitat al tempo t (per esempio possiamo pensare a due specie di pesci in un piccolo lago). Come vedremo, il modello sarà descritto da un sistema di equazioni alle differenze, che possono essere anche scritte in forma differenziale. Lo studio qualitativo dell’evoluzione del numero dei predatori e delle prede, al passare del tempo, è ridotto, dopo la formulazione del modello, ad un esame matematico delle equazioni che descrivono il modello stesso. Facciamo le seguenti ipotesi semplificative: 1) in assenza di predatori, le prede si sviluppano secondo il cosiddetto modello Malthusiano, cioè la crescita del numero di prede è inibita solo dalla presenza dei predatori (crescita esponenziale, illimitata); 2) le prede decrescono proporzionalmente al numero di predatori; 3) i predatori crescono proporzionalmente al numero delle prede. Indichiamo con x e y le variazioni che subiscono x(t) e y(t), rispettivamente, durante un intervallo di tempo di ampiezza minuscola t. Si ottengono allora le seguenti equazioni di tipo Lotka-Volterra: x = (ax – b xy) t y = (– cy + d xy) t (1) dove i parametri a, b, c, d sono costanti positive: a è il tasso specifico di crescita della preda; b rappresenta la risposta funzionale del predatore; c è il tasso specifico di morte del predatore; d = b, ove è la costante di conversione di biomassa. Le equazioni del sistema (1) descrivono proprio la situazione ipotizzata. Infatti, la variazione del numero di prede, x, è proporzionale oltre che al tempo t, al numero di prede già esistenti (tramite il tasso di crescita a); le prede aumentano proporzionalmente a x(t), mentre diminuiscono proporzionalmente a y(t) (– b è negativo). Analogamente, il numero dei predatori diminuisce proporzionalmente ai predatori esistenti ed al tasso di morte specifico c, mentre aumenta proporzionalmente a y(t) ed al numero delle prede x(t). A causa del grande numero (praticamente infinito) di prede che si suppone siano presenti nello stesso habitat in cui vivono i predatori, è stato trascurato (considerato zero) il tasso specifico (i.e. per un singolo individuo) di morte della preda a priori. Tale parametro andrebbe considerato nella descrizione di un modello di due specie interagenti, entrambe soggette a morte naturale, indipendentemente dalla presenza, o meno, dell´altra specie. Le equazioni (1) sono equazioni alle differenze perché in esse compaiono gli incrementi (differenze) di x(t) e y(t). Quando l’ incremento di tempo t viene preso infinitesimo (in termini matematici, passando al limite per t 0) le (1) divengono equazioni differenziali. Il comportamento qualitativo del sistema preda-predatore si ottiene facilmente studiando l’andamento delle soluzioni delle equazioni (1), in funzione dei quattro parametri a, b, c, d. Supponiamo che, all’istante iniziale t =0, il numero delle prede sia x(0) = x0 > 0 e il numero di predatori sia y(0) = y0 > 0 (x0 e y0 si chiamano condizioni iniziali). Si può dimostrare che le soluzioni delle equazioni (1) con assegnate condizioni iniziali sono funzioni periodiche del tempo, cioè si ripetono con periodicità e quindi le traiettorie sono linee chiuse; l’orbita corrispondente ad un assegnato dato iniziale si divide in 4 zone distinte: y(t) IV III I II a/b y0 x0 c/d x(t) ( I ) il numero dei predatori (y) diminuisce per mancanza di cibo, le prede se ne avvantaggiano e sono in crescita (x aumenta); ( II ) la presenza di molte prede fa aumentare anche il numero dei predatori (x cresce, ma anche y cresce); ( III ) vi sono molti predatori, il numero delle prede diminuisce; ( IV ) il cibo scarseggia (x diminuisce) e dunque anche il numero di predatori (y) diminuisce. Si ha così un ciclo. Nei limiti delle approssimazioni semplificative qui introdotte, questo è il comportamento stagionale (e quindi periodico) che si osserva per 2 specie (preda + predatore) viventi in un habitat isolato e ristretto, per esempio un piccolo lago. Il punto centrale P0(c/d, a/b) indicato in figura, corrisponde alla soluzione stazionaria non banale del sistema (1). Essa si ottiene annullando i secondi membri delle due equazioni. Infatti, ponendo x(a – by) = 0 y(– c + dx) = 0 si ricava: (x,y) = (0,0) (soluzione banale) (x,y) = (, ) = (c/d, a/b) oppure Se il sistema partisse dalle condizioni iniziali x(0) = c/d, y(0) = a/b, avremmo una soluzione costante, cioè si avrebbe per ogni tempo t, x(t) = x(0) = c/d e y(t) = y(0) = a/b. Analogamente se esso partisse da x(0) = 0, y(0) = 0, si avrebbe per ogni tempo x(t) = y(t) = 0. Si può dimostrare che, se si parte da valori iniziali di poco discosti da (, ), la soluzione (x(t), y(t)) rimane ancora periodica, ma con periodo T molto lungo: se x(0) = y(0) = , per 0 si ha T + . Dividendo per t e passando al limite per t 0 nelle equazioni (1), esse divengono due equazioni differenziali non lineari: (2 ) dx/dt = x (a – by) dy/dt = y (– c + dx) ove il simbolo d/dt indica la derivazione rispetto a t. Sistemi di equazioni differenziali come (2) si possono risolvere numericamente per mezzo di un computer (è troppo complicato ottenerne la soluzione analitica) in modo abbastanza semplice, utilizzando i software applicativi disponibili come Matlab o Mathematica. Oppure si possono scrivere poche righe di programma in qualunque altro linguaggio di programmazione (C, Fortran, Basic,...) – e questo sarebbe molto istruttivo – per calcolare le soluzioni di (2), ad esempio col metodo di approssimazione di Eulero (v. e.g. [Abundo]). Dunque le soluzioni di (2) possono essere calcolate numericamente in pochi secondi, al variare delle condizioni iniziali e dei quattro parametri del modello. Proprio questa possibilità di simulare mediante il computer il comportamento delle due specie considerate ci permette di effettuare delle analisi di scenario interattive. Per mezzo di esse si può prevedere l’evoluzione qualitativa delle due specie, al variare del tempo. Qui sotto riportiamo alcune semplici istruzioni per eseguire un programma nel linguaggio Mathematica, che calcola le soluzioni di (2), per assegnati valori dei quattro parametri. Program Preda-Predatore a=1 b=1 c=1 d=1 x0=0.5 y0=0.5 sol=NDSolve[{x'[t]==a*x[t]-b*x[t]*y[t], y'[t]==-c* y[t] + d*x[t]*y[t], x[0]==x0,y[0]==y0},{x,y}, {t,20}] Plot[Evaluate[x[t] /. sol],{t,0,20}] Plot[Evaluate[y[t] /. sol],{t,0,20}] ParametricPlot[Evaluate[{x[t],y[t]}/. sol], {t,0,20}, PlotRange -> All] Nell’ esempio abbiamo preso i parametri a, b, c, d, uguali a 1 e le condizioni iniziali x0 = y0 =0.5, ma ciascun valore può essere variato a piacimento. Nelle figure che seguono, riportiamo alcuni esempi di outputs di simulazione, ottenuti eseguendo il programma Preda-Predatore. Per ogni simulazione, corrispondente ad un dato insieme di parametri, sono riportati i grafici di x(t) e di y(t) in funzione del tempo, e la traiettoria di y in funzione di x. Fig. 1: simulazione relativa ai valori dei parametri: a=1, b=1, c=1, d=1, x0 =0.5, y0 =0.5 Il primo grafico rappresenta l’evoluzione di x in funzione del tempo t, il secondo quella di y. Si può osservare la periodicità delle due funzioni. Il terzo grafico rappresenta la traiettoria (y in funzione di x), che risulta una curva chiusa, cioè un ciclo, percorsa in verso antiorario. Fig. 2: simulazione relativa ai valori dei parametri: a=1, b=0.5, c=0.5, d=1, x0 =5, y0 =1. Come in Fig.1, riportiamo tre grafici. Si può osservare come il periodo delle funzioni x(t) e y(t) sia maggiore che in figura 1. L’orbita, percorsa in verso antiorario, appare più schiacciata e si confonde in parte con gli assi coordinati (per x < 3 e y < 8). Fig. 3: simulazione relativa ai valori dei parametri: a=0.1, b=0.11, c=0.1, d=0.1, x0 =0.001, y0 =0.001. Si può osservare come il periodo delle funzioni x(t) e y(t) sia molto grande (circa 200), in accordo con la teoria, poichè x0 e y0 sono circa zero. I grafici di x(t) e y(t) appaiono tagliati in prossimità dei valori di picco, per esigenze grafiche. L’orbita, percorsa in verso antiorario, appare ancora più schiacciata e si confonde con gli assi coordinati su una parte più estesa (per x < 13 e y < 12). Quello che abbiamo considerato è un interessante esempio di come la Matematica non solo aiuti a descrivere la realtà, ma anche a prevederne l’evoluzione. Nella nostra approssimazione del sistema preda-predatore abbiamo volutamente trascurato la stocasticità (cioè gli effetti aleatori, dovuti al caso), sia demografica (interna alla specie), che ambientale (dipendente dall’habitat). La stocasticità ambientale o esterna, sotto certe condizioni porta ad effetti destabilizzanti ed all’ estinzione delle popolazioni. Parlando approssimativamente, per introdurre la stocasticità demografica (ed ottenere così una descrizione non deterministica, certamente più rispondente alla realtà) basterebbe aggiungere ad ogni secondo membro delle equazioni (2) un termine di perturbazione aleatoria, ovvero considerare le seguenti nuove equazioni: (3 ) dx/dt = x (a– by) + (t) |x(a – by)| 1/2 1/2 dy/dt = y(– c+ dx) + (t) |y(– c + dx)| ove (t) rappresenta una perturbazione aleatoria (rumore bianco) all’istante t, e la perturbazione relativa ad ogni specie è proporzionale alla radice quadrata dei valori assoluti dei secondi membri delle equazioni deterministiche (2); si può supporre che gli incrementi di (t) siano variabili aleatorie Gaussiane di media zero e deviazione standard t (v. [Abundo]). Invero, per avere una maggiore aderenza alla realtà, occorrerebbe sostituire il tasso di crescita della preda a (che compare a secondo membro della prima equazione di (1), (2) o (3) ) con una opportuna funzione q(x), ovvero considerare, ad esempio nella versione stocastica, il sistema: (4 ) dx/dt = xq(x) – bxy + (t) | xq(x) – bxy)| 1/2 1/2 dy/dt = y(– c+ dx) + (t) |y(– c + dx)| Se la funzione q(x) è costante ed uguale ad a, in assenza di predatori si ha crescita esponenziale delle prede, il che non è precisamente corretto, poiché, quando il numero delle prede è grande, cominciano ad intervenire problemi di sovrappopolazione e il tasso di crescita diminuisce per mancanza di cibo; alla fine il numero delle prede si stabilizza verso un valore asintoticamente costante. È più realistico allora considerare un tasso di crescita q(x) dipendente dalla densità di popolazione, di tipo Gombertziano o Logistico (q(x) = (a– a’ x)); in entrambi i casi, le curve di evoluzione delle prede, in assenza di predatori, presentano la caratteristica forma sigmoidale che tende ad un valore positivo k di saturazione, per t . L’ andamento qualitativo delle soluzioni delle equazioni (3) per tali scelte di q(x) è un po’ differente da quello delle equazioni di tipo Lotka-Volterra (cioè con q(x)=a), poichè non sempre si hanno traiettorie chiuse e quindi cicliche. Per esempio, la soluzione stazionaria non nulla è un punto di equilibrio asintoticamente stabile, nel senso che la soluzione che parte da un valore abbastanza vicino al punto di equilibrio non nullo, tende ad esso per t . Sotto opportune condizioni, le soluzioni di (3) si mantengono, per ogni tempo, lontane da zero, ovvero le popolazioni non si estinguono mai. (v. [Abundo]). Concludiamo, sottolineando che abbiamo trattato per semplicità il modello preda-predatore, ma gli argomenti utilizzati si prestano allo studio di qualunque sistema di popolazioni interagenti, antagoniste o agoniste, in competizione o in simbiosi, compreso il sistema pino cembro-nocciolaia. Bibliografia [Abundo] Mario Abundo: A stochastic model for predator-prey systems: basic properties, stability and computer simulation. J. Math. Biol (1991), 29, 495 – 511. [Bartholomew] D. J. Bartholomew: Stochastic models for social processes. J. Wiley & Sons, 1982. [Yashima] Hisao Fujita Yashima, Simona Bianconi: Modello integrodifferenziale di un sistema ecologico e la sua stabilità: caso di pino cembro e nocciolaia nella loro interdipendenza. Quaderno N. 6/2002 del Dipartimento di Matematica dell’ Università di Torino. [Volterra] Vito Volterra: Leçons sur les équations intégrales et les équations intégro-différentielles. Gauthier-Villar, 1913. Laura Silvani Mario Abundo