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Una stretta - Altroconsumo

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Una stretta - Altroconsumo
Una stretta
al cuore
L’angina pectoris, un particolare tipo di dolore al torace, indica una malattia legata
all’insufficiente apporto di sangue ossigenato al cuore. Nelle donne i sintomi possono essere
più sfumati e ingannevoli, il che può comportare un ritardo nella diagnosi e nelle cure.
I
n primo luogo, facciamo chiarezza
distinguendo bene due termini:
l’angina, e l’angina pectoris.
Che cosa è l’angina pectoris?
L’angina è in pratica il mal di gola (che
può interessare tonsille, ugola, palato
molle). L’angina pectoris è invece un
particolare tipo di dolore del torace, che dà
la sensazione che questo sia stretto in una
morsa: e il significato si estende alla causa
del disturbo, vale a dire un insufficiente
apporto di sangue ossigenato al cuore, che
ne impedisce il corretto funzionamento.
Il termine medico usato per definire lo
scarso apporto di sangue ossigenato al
cuore è ischemia cardiaca.
Perché è un sintomo
da non trascurare?
Perché segnala la possibile presenza
di una malattia cardiovascolare che
riguarda le coronarie, vale a dire le arterie
34 testsalute 115
che portano il sangue al cuore, che non
riescono più a garantire un afflusso di
sangue sufficiente (vedi riquadro a pag.
36). Se trascurata, l’angina pectoris può
peggiorare e portare a condizioni più
critiche, fino alla completa sospensione
del flusso di sangue al cuore (infarto).
Chi è più a rischio?
L’angina pectoris ha gli stessi fattori di
rischio di tutte le malattie cardiovascolari:
in linea generale, sono più a rischio le
persone anziane e di sesso maschile;
gioca un ruolo importante la familiarità,
vale a dire la presenza di altri casi in
famiglia; ma hanno anche un peso
notevole le abitudini di vita: pressione
alta, colesterolo alto e diabete aumentano
il rischio, anche se è importante valutare
i valori di pressione e colesterolo non da
soli, ma all’interno di un quadro globale,
che tenga conto dello stato di salute
e delle abitudini di vita complessive
della persona. È ormai provato che uno
scorretto stile di vita (fumo, eccesso
di alcol, alimentazione troppo ricca di
grassi, proteine animali e zuccheri e
scarsa di vegetali, insufficiente attività
fisica) aumenta il rischio di malattie
cardiovascolari.
La diffusione dell’angina aumenta
drasticamente con l’età sia nei maschi, sia
nelle femmine, ma con una differenza:
nelle donne la malattia si presenta in
genere una decina d’anni dopo rispetto ai
maschi (l’età media per l’uomo è intorno
ai 60 anni, per la donna intorno ai 70, vedi
riquadro alla pagina a lato).
Quali sono i sintomi cui fare
attenzione?
Il sintomo più tipico consiste in un
dolore temporaneo o una sensazione di
oppressione al torace, che può durare da
uno-due minuti fino a 15 minuti circa.
A volte il dolore si diffonde alle spalle, al
Differenza
tra angina
e infarto
L’ANGINA È
PASSEGGERA
Perché per lei è più insidiosa
In età più avanzata Nelle donne il quadro della malattia coronarica ischemica, ovvero dei disturbi di cuore legati a un insufficiente
flusso di sangue ossigenato, si manifesta mediamente a un’età
maggiore rispetto ai maschi (dai 60 in media per l’uomo, dopo i 70
nella donna), forse per un effetto protettivo degli estrogeni legati al
ciclo mestruale femminile (e quindi fino alla menopausa).
Con sintomi più sfumati L’angina nelle donne spesso si presenta
con sintomi meno tipici: questo può comportare un ritardo nella
diagnosi e nell’accesso alle cure. È stata segnalata anche una certa
tendenza nelle donne a sottovalutare, rispetto agli uomini, i sintomi
dolorosi, il che può portarle a trascurare segnali che sarebbe bene
invece sottoporre al medico. Che, peraltro, talvolta è il primo a
sottovalutare i sintomi anche lui.
Già nel 2001 Nanette Wenger, autorevole studiosa delle malattie
cardiovascolari nelle donne, definiva l’approccio tenuto per la salute delle donne “a bikini”, alludendo con questa immagine alla grande attenzione medica che veniva data alle malattie della mammella
e dell’apparato genitale e che faceva di fatto passare in secondo
piano il resto delle malattie possibili, tra cui quelle cardiovascolari.
In forma diversa Le donne hanno una malattia coronarica ostruttiva di minore entità e di diversa forma rispetto agli uomini; cioè la
presenza di placche aterosclerotiche nelle coronarie delle donne è
inferiore e si presenta diversamente: negli uomini prevale la lesione
singola lungo l’arteria, che appare così segmentata da “strozzature”. Nelle donne c’è una maggiore frequenza di lesioni multiple
o diffuse, con una riduzione continua, ma non tale da comportare
vere e proprie strozzature. C’è ancora molto lavoro da fare per
capire il cuore delle donne, che nella maggior parte degli studi, sia
di base, sia clinici, è stato considerato uguale a quello dei maschi,
estendendo così ipotesi, risultati, trattamenti tout court dalle casistiche maschili a quelle femminili. Il che non sempre è corretto.
L’angina è un
sintomo che si
risolve, l’infarto
dà una lesione del
cuore permanente.
Una
delle
prime
cause:
stile
di vita
scorretto
braccio sinistro (ma anche al destro) e alla
bocca dello stomaco.
Non allarmiamoci subito, però: il dolore
al torace di per sé è un sintomo aspecifico
e può avere anche altri significati.
Nella maggioranza dei casi prima dei
40 anni i dolori toracici sono quasi
esclusivamente di origine reumatica o
muscolare. L’angina può assomigliare
anche al dolore dietro lo sterno provocato
dal reflusso gastroesofageo, che però
non compare sotto sforzo. In genere, il
fattore che scatena il dolore, infatti, è uno
sforzo fisico, ma anche l’esposizione al
freddo o uno stress emotivo possono far
precipitare la situazione. Altri sintomi
possono essere mancanza di respiro (il
termine medico è dispnea), sudorazione,
nausea e vomito, perdita di coscienza. Il
dolore regredisce con il riposo e/o con
l’assunzione di farmaci vasodilatatori
(ne parliamo oltre). Quando i sintomi si
presentano spontaneamente, senza che
ci sia stato uno sforzo né alcun effetto
scatenante, l’intervento sulla malattia
deve essere ancora più tempestivo,
perché è un segno di maggiore gravità
del problema. In linea di massima, tanto
minore è lo sforzo che provoca il dolore,
tanto peggiore è la gravità del disturbo.
C’è anche un tipo di angina che non dà
dolore e si diagnostica solo attraverso
alcuni esami medici.
Come si fa la diagnosi?
La diagnosi si basa essenzialmente
sul racconto del paziente e su una
profonda conoscenza della sua storia
personale e familiare. Al di fuori dalle
>
115 testsalute 35
Soprattutto
prevenire
LO STILE DI VITA
È BASILARE
Bisogna pensare
alla salute del
cuore prima che si
manifestino i sintomi
della malattia
Le cause
>
crisi e addirittura durante le crisi stesse,
l’elettrocardiogramma (ECG) può
risultare del tutto normale. Per la diagnosi
quindi si ricorre all’ECG da sforzo, vale a
dire effettuato mentre il paziente esercita
una certa attività fisica, per evidenziare
eventuali anomalie del tracciato
elettrocardiografico. Seguono una serie
di esami per verificare le condizioni di
cuore e arterie del cuore (coronarie):
coronarografia, ecografia cardiaca,
esame radioisotopico ed eventualmente
altri (vedi la guida “Cuore in forma” per
maggiori dettagli).
Che cosa si fa dopo la diagnosi?
Il trattamento medico dell’angina pectoris
dipende dalla sua gravità. In ogni caso, si
agisce su due fronti: stile di vita e farmaci.
In primo luogo bisogna evitare, almeno
per un breve periodo di tempo, l’attività
che ha provocato l’angina. Bisogna poi
riequilibrare l’alimentazione e modificare
lo stile di vita, in accordo con il medico.
Quali farmaci si usano?
Per alleviare i sintomi si ricorre
all’impiego dei nitrati, in compresse
sublinguali, da porre cioè sotto la
lingua. Le compresse di trinitrina sono
estremamente efficaci. I nitrati hanno la
proprietà di dilatare le arteriole (parte
delle arterie di diametro ridotto) e le
vene, il che facilita il lavoro del cuore.
Può essere necessario assumerli anche
a scopo preventivo, per evitare problemi
in risposta allo sforzo. È importante
anche essere informati della necessità di
richiedere assistenza medica se il dolore
anginoso persiste per oltre 10-20 minuti,
36 testsalute 115
arteria normale
arteria con placche
L’angina pectoris è provocata da un
insufficiente apporto di sangue ossigenato
al cuore, dovuto a meccanismi diversi. In
molti casi è legato a un’ostruzione delle
arterie che irrorano il muscolo cardiaco.
Il diametro delle arterie risulta in pratica
ristretto a causa della presenza di placche
aterosclerotiche, provocate da un insieme
malgrado il riposo e l’assunzione di nitrati
sublinguali. Per prevenire il formarsi di
trombi (coaguli di sangue), si raccomanda
la terapia antiaggregante
con acido acetilsalicilico (aspirina e altri)
a basse dosi (75-100 mg/die).
I medici dovrebbero consigliare
l’immediata assunzione di acido
acetilsalicilico quando sono chiamati da
un paziente in cui si sospetta un’angina o
un infarto, senza aspettare che prima sia
eseguito un elettrocardiogramma:
una singola dose iniziale di acido
acetilsalicilico è infatti in grado di
assicurare un effetto antiaggregante
rapido e completo.
La terapia va poi continuata, a meno che
non insorgano effetti indesiderati gravi.
Il ricorso a farmaci per il controllo di
eventuali fattori di rischio, se presenti
(medicinali antipertensivi, antidiabetici,
anticolesterolemici), va valutato su
base individuale, tenendo conto di
tutte le condizioni complessive che si
accompagnano all’angina pectoris.
di fattori, tra cui eccesso di colesterolo,
presenza di infiammazione locale e altri.
Tuttavia, esistono anche altre cause,
alcune delle quali sono reversibili: per
esempio a ostacolare il flusso può
essere una contrazione dei muscoli che
circondano le arterie coronariche o un
trombo (coagulo di sangue).
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