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Chiusura di cinque uffici postali. La politica si è svegliata anche

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Chiusura di cinque uffici postali. La politica si è svegliata anche
- venerdì 6 febbraio 2015 -
T R E N T I N O - Pagina: 18 -
Le poste chiudono 5 uffici, l’ira dei sindacati
Per la Uil la politica si è svegliata anche stavolta troppo tardi. La Slp-Cisl annuncia la mobilitazione
◗ TRENTO
L’ufficio postale di via Chini è uno di quelli che chiuderanno
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L'ormai prossima chiusura di
cinque uffici postali non allarma i sindacati che in parte condividono e lanciano un messaggio si sindaci: «Ma la politica si
sveglia sempre solo a cose fatte? Da parte dei sindaci non c'è
mai stata la volontà di organizzare un tavolo per discutere
nemmeno il primo piano di ristrutturazione presentato due
anni fa, ma nemmeno adesso
che ci trova di fronte ad una situazione più accettabile. È i parere di Lorenzo Decarli sindacalista di Uil Poste, che commen-
ta da Roma, quanto comunicato dalle poste. Col mese di aprile verranno chiusi gli uffici postali di via Chini, Marco di Rovereto, Oltresarca, San Cristoforo e Cauria. Mentre andranno
ad orario ridotto Lases, Praso e
San Martino di Castrozza. In
pratica, secondo De Carli, succede quello che già si sapeva da
due anni, chiusure supportate
da motivazioni forti: la prima è
che mancano gli addetti per tenere aperti degli uffici in parte
stagionali e poco frequentati.
In più sono stati individuati dei
doppioni: «Chiude via Chini,
ma resta aperto quello di via
Degasperi o della Madonna
Bianca. Che senso aveva tenere
una impiegato a fare poco a
San Cristoforo, mentre Pergine
è oberata di lavoro. A non piacere a Decarli è solo la forma;
una semplice comunicazione e
non una convocazione preventiva, ma nella sostanza si “è salvato il salvabile”. Da parte della
Posta questa rimodulazione andrà a rispecchiare il reale rapporto tra offerta e domanda e
nulla toglie alla capillare presenza degli uffici postali sul territorio. Nella nota si legge tra
l'altro: «Il personale degli uffici
postali inclusi nel Piano di ri-
modulazione verrà opportunamente collocato in altre sedi
del medesimo ambito territoriale, assumendo compiti in coerenza con le proprie competenze. Per i dipendenti ricollocati saranno inoltre studiati
specifici programmi di formazione e valorizzazione al fine
di garantire loro un percorso di
crescita professionale, mantenendo inalterato il numero dei
posti di lavoro». Durissima, invece, la presa di posizione della
Slp-Cisl che, attraverso il segretario regionale Catia Pancin,
denuncia il disagio del personale costretto a muoversi ogni
giorno in uffici diversi, con la
posta che non arriva e le code
agli sportelli. «Non è questa
l’azienda che vogliamo e che
serve al Paese!» sbotta Pancin,
annunciando la mobilitazione
della Cisl di Poste.
(d.p.)
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