Borghi sicuri. Bravissima la PA N° 80 (dicembre 2015)
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Borghi sicuri. Bravissima la PA N° 80 (dicembre 2015)
N° 80 Dicembre 2015 Calendario delle gite turistiche e dei soggiorni mare - montagna 20011 Dal 27 al 29 novembre Mercatini di Natale ‘Foresta Nera’ € 390 Dal 30 dicembre al 1° gennaio Capodanno nelle Marche € 390 Responsabile del turismo sig.ra Mida (338-4932066) Il punto. sergio f. giampaoli Borghi sicuri. Bravissima la PA Dibattiti infuocati in tutte le tivù e titoloni straboccanti sui media denunciano regolarmente la violenza sulle donne. E nonostante tutto l’impegno di Telethon e di altre associazioni, troppe sono ancora le vittime nel nostro paese. Anche se i numeri del Viminale segnalano una leggera diminuzione il problema è ben lontano dalla soluzione. Il nostro Paese che ha alle spalle una cultura etica millenaria non se lo può permettere che ciò continui ad accadere. Se bastassero le parole per spiegare le cause e quindi la soluzione di questa sciagura avremmo risolto il problema. Speriamo che il 2016 sia un anno più sereno sotto questo aspetto che ci turba tutti. Impegnamoci con forza nella lotta contro il femminicidio e speriamo in leggi più incisive che possano tradursi i realtà. P.s Ricordiamoci comunque, che neppure le leggi migliori (pur necessarie), basteranno a salvare le donne. Ci vorrà sempre l’attenzione e l’impegno di tutti. Buone feste. Ciao, alla prossima. N° 80 (dicembre 2015) Redazione: sergio f. giampaoli (gfs). Hanno collaborato a questo numero: gino cabano, raffaella coglitore, gabriele lancini, michele iozzelli, michele iozzelli, margherita manfredi, molli gabriella, raimodo pagano, francesco pelillo, euro puntelli. di gabriella molli “Borghi sicuri”. La Pubblica Assistenza di Lerici ha organizzato un corso gratuito di primo soccorso rivolto a tutti i cittadini. L’obiettivo è quello di fornire le tecniche di base del primo soccorso per poter intervenire in situazioni di emergenza, essere d’aiuto in caso di incidenti domestici o in strada, imparando cosa fare in attesa dell’arrivo dei soccorsi. Pochi semplici gesti che talvolta salvano una vita. Il corso è stato articolato in tre lezioni della durata di due ore ciascuna in cui vengono affrontati i seguenti argomenti: il sistema dell’emergenzaurgenza, l’attivazione della chiamata di soccorso al 118 (quando e come farla), le emergenze traumatiche, approccio all’infortunato contuso (cosa fare e cosa non fare). Le emergenze mediche (come riconoscerle e trattarle), disostruzione delle vie aeree (nel bambino e nell’adulto), teoria della rianimazione cardio-polmonare. Pratica Rianimazione cardio-polmonare. Sedi dei corsi: Lerici, sede Pubblica Assistenza San Terenzo, salone parrocchiale Tellaro, salone parroc- chiale; Pugliola e Senato, salone parrocchiale Pugliola; Serra, circolo ARCI; Pozzuolo e Muggiano, centro polivalente Pozzuolo. Ogni lezione, tenuta da istruttori specializzati iniziava dalle ore 21,00 alle 23,00. Un’ iniziativa veramente lodevole, questa della PA, ma con un orario non proprio praticabile per molte persone, in primo luogo le casalinghe, a cui, molto spesso è affidata la cura degli anziani. Quindi viene spontaneo di chiedere all’Amministrazione comunale di allearsi in questo progetto, di riproporlo, predisponendo gli stessi incontri al mattino, quando le nonne (e le mamme) hanno già ‘consegnato’ alla scuola nipoti e figli. Il sacrificio della frequenza può valere davvero una vita. Per questo ripetere le lezioni al mattino vorrebbe dire anche renderle completamente accessibili anche ai giovani che sono disoccupati. E’ tanto importante acquisire una sicurezza in fatto di incidenti domestici. PA e comune insieme, possono contribuire a dare sicurezza ai borghi volontari della PA di Lerici Il sentiero Lerici-Bocca di Magra 6 euro puntelli Superata appena la deviazione per le Figarole, s’incontra una prima curiosità: un rudere, forse un antico “cavaneo”, con una stanza che appare ricavata proprio sotto il nostro cammino. E’ certamente il tratto più complicato dell’intero tragitto e presenta punti di ardua percorribilità, come dimostra un episodio che mi accadde qualche tempo fa. Per superare una discesa breve ma insidiosa, su massi lisci e sdrucciolevoli, un amico fu costretto, a furia di guaiti, a prendere in braccio il suo cane, un labrador, peraltro coraggioso nel suo naturale ambiente acquatico. Si avanza dunque fra rocce pericolanti e dirupi e il procedere non è certo agevolato dagli aghi di pino e dai fusti striscianti dello strappabrache. All’improvviso ci si ritrova allo scoperto, in un passaggio fra i detriti di un’antica frana, proprio sotto a un belvedere ai lati della provinciale. Anche qui, vista la difficoltà di accesso, sopravvivono cespugli di ginepro e rosmarino selvatico, relitti dell’antica macchia mediterranea. Si rientra nel bosco e s’incontra quasi subito una piccola palestra di roccia per principianti, poi il sentiero prosegue nell’ombra più fitta e ingannevole; si è, infatti, vicinissimi alla carrozzabile sulla quale è persino necessario uscire per un breve tratto, allo scopo di evitare una villa. Ritornando fra gli alberi, se ne costeggia a lungo la recinzione, finché, segnalata da una N su una roccia, ci s’imbatte nella deviazione per lo spiaggione della Marossa, un’altra avventura consigliabile solo a minorenni e ultraquarantenni, categorie notoriamente accomunate da scompensi ormonali. Per completare il quadro, ci si trova, in sequenza quasi immediata, in un punto scoperto, proprio di fronte a un pino dalle forme aggraziate, cui un fantasioso appassionato degli U2 impose il nome di “Joshua tree”, per indicare altresì la sottostante parete di arrampicata per esperti. Ancora una volta, per evitare una villa, si deve affrontare un percorso tortuoso e accidentato, povero di segnaletica, passare sotto una parete pericolante, imbragata da reti d’acciaio, e inerpicarsi per una salita malagevole, al termine della quale è necessario controllare bene il percorso. Bisogna evitare il sentiero sulla destra, denotato da un tubo verde, e il viottolo sulla sinistra, che conduce a un cipresseto sulla provinciale, e proseguire al centro in prossimità di un rudere. Il cammino prosegue pianeggiante, costeggiando muretti a secco ben conservati, finché, all’improvviso, non si ritorna alla civiltà sbucando sullo sterrato d’accesso ad alcune ville, in vista dell’abitato di Montemarcello. (continua). Interessanti questi…lericini nel mondo margherita manfredi Emilio Manfredi nato a Lerici il 30 Giugno del 1881 era il giovane avvocato di quel formidabile comitato* che nel 1907 con profetiche parole affermava " Se non vogliamo che nel giro di pochi anni la popolazione stabile del nostro Comune sia ridotta di una buona metà, dovremo far sì che in esso si manifesti qualche nuova forma di operosità economica"....I giovani di quel gruppo si battevano per un nuovo porto, per una derivazione ferroviaria che toccasse Lerici sulla collina di Barcola e volevano la costituzione di una tranvia elettrica che collegasse Lerici alla piana del Magra. Sarzana era solidale e avrebbe provveduto con un contributo. Le tre proposte vennero prese in considerazione dal Governo ma non ebbero risposte positive. Emilio successivamente divenne diplomatico del Ministero degli Esteri e durante la prima guerra mondiale fu nominato volontario motonauta di 2° classe, una categoria particolare del periodo bellico con un grado equivalente ad ufficiale (guardiamarina). Inizia qui la pagina eroica della sua esperienza militare. Prese parte a bordo del Mas 15 di Luigi Rizzo all’azione del 10 Giugno 1918, che portò all’affondamento della corazzata austriaca Santo Stefano. Emilio era cugino di mio nonno Francesco Ugo Manfredi e solo recentemente ho conosciuto la sua storia. A quanto pare, la sua partecipazione all'impresa di Premuda fu del tutto casuale, sembra che mentre stava passeggiando sulla banchina di Ancona vicino al MAS 15, Rizzo gli avesse chiesto ironicamente se voleva aggregarsi...e non se lo fece dire due volte. Per il valido aiuto che diede al successo dell’attacco meritò la medaglia d’argento (Rizzo ebbe ovviamente quella d’oro) . L’affondamento della Santo Stefano rappresenta una delle pagine più gloriose della Marina militare italiana, costrinse gli Austriaci ad una scelta di guerra terrestre piuttosto che marittima che contribuì alla vittoria italiana di Vittorio Veneto. Emilio Manfredi nel 1919 riprese la sua attività diplomatica e fu nominato console d’Italia a Smirne, in Turchia. Le tracce di questo lericino nel nostro paese si sono senz’altro perdute anche se a casa sentivo parlare, senza mai interessarmene più di tanto, di un parente “ambasciatore” che aveva una villa in zona Caletta. Oggi non c’è più nessuno della mia famiglia che potrebbe darmi indicazioni in proposito. Emilio Manfredi è deceduto il 16/11/1942 ed è sepolto nel Cimitero di Lerici. Scartabellando nei documenti e nell’albero genealogico dei Manfredi so per certo che uno dei suoi figli, Vittoriano, seguì la carriera paterna. Con uno stratagemma riuscì a fermare un treno che trasportava Ebrei destinati ad Auschwitz. Di questo episodio parlò pochissimo, non lo considerò mai un atto eroico, ma un atto dovuto verso delle vittime innocenti che in questo modo si salvarono. Per questo gesto è uno dei 50 italiani ** le cui azioni sono state ritenute dal Centro Simon Wiesenthal come le più eroiche di tutto il periodo perché questi uomini hanno salvato nei territori occupati più vite umane di ogni altra persona o istituzione esistente. Attualmente il figlio di Vittoriano, Giovanni ( 1947) ha terminato la sua carriera diplomatica come console a Ginevra ed è Rappresentante Permanente italiano presso la Conferenza del Disarmo all’ONU. Potrebbe, se contattato raccontarci direttamente queste storie. *Del Comitato ho già scritto in questo giornale nel mese di Agosto 2014 ** Su questi Italiani fra i quali è inserito il nome del più famoso Giorgio Perlasca, è stato girato un documentario la cui vicenda è consultabile al seguente indirizzo: http://www.reggiespizzichino Scacco matto affogato gabriele lancini Problemino: il bianco muove e matta in quattro mosse Questo problema, che definirei di media difficoltà, è particolarmente interessante perché consente di apprezzare un cosiddetto “matto affogato”. Analizziamo la sopra illustrata situazione: il Nero è decisamente in vantaggio di materiale (avendo una Torre in più) ma la sua posizione è di grave inferiorità, con il Re quasi chiuso nell’angolo h8 dai propri pedoni. In più il tratto è del Bianco … che saprà utilizzare al meglio questa debolezza e matterà l’avversario in quattro mosse…ecco la posizione finale di: “matto affogato”. Ora è facile trovare la… Soluzione 1. Cd6f7+= rh8g8 (forzata) 2. Ch6++ (scacco doppio)= Rh8 (forzata, infatti se il re muovesse in f8 subirebbe il matto con Df7#) 3. De6g8 + = Td8 (forzata). 4. Ch6f7# (scacco matto affogato) Personaggi lericini: Carlon raimondo pagano A chi di noi lericini non è capitato di incontrarlo nella salita alla Bella Vista, sulla fida bicicletta Bianchi pedalare con in spalla una persiana in legno da consegnare oppure sulla bicicletta da corsa in piena azione sulle strade della provincia….sto parlando di Carlo Codeluppi, per noi “Carlon”. L’ho incontrato nel suo laboratorio; fra i vari infissi, ante , persiane in lavorazione ho notato varie fotografie di corridori ciclisti, il manifesto di una tappa del Giro d’Italia con arrivo a Lerici e altre fotografie di barche a vela, una delle quali lo ritrae ai comandi dell’amato “Diana: uno “Star” anni ‘50. Gli chiedo di ricordare la situazione dello sport della vela lericina in quegli anni. Dice “il circolo Erix” non era ancora stato costituito; il parco barche consisteva in quattro Star , un 5,50 e un Flying dutchman. Più un 5,50 stazza internazionale che Giovanni Pagano (Macellano) e io andammo a prendere a Varazze per conto del senatore Bibolini. Giovanni era un velista d’eccezione, sentiva il vento anche quando non c’era; bravo e piuttosto severo, ma non era molto incline ad insegnarti le cose, preferendo che le imparassimo con l’esperienza. Mi chiede “A posso parlae en dialeto ? me ven megio”. Certo. “a partimo en treno per Zena dove avemo dormì . L’indoman ne ven a pigiae Pietrino Bibolini, er nevo der senatore, e i ne porta a Varasse. A barca l’ea ‘n ter scalo: bellissima en legno tià a lucido. A se embarchemo e a partimo de matina e viagemo anche de note “. Di notte ? “si i n’an dato na lanterna a petrolio. Avemo velegià fin a Portofino. Er giorno dopo a semo partì presto ma er vento i g’è calà. er petrolio da lampada i ma fato vegnie nausea e ò comensà a remete. Fortunatamente a semo riuscì arivae a Lerse prima de mesanote e avemo dato fondo. Ma il 5,50 stazza internazionale era del tipo col quale il famoso Straulino vinse un titolo mondiale? “Si, proprio quelo “ Poi me a son passà ar timon d’en star chi se ciameva “Nico” . Lo Star che barca era ? “na barca dificile, con tanta vea , dua, la strenseva ben er vento ma ghe voreva tanta atension”. Dimmi un po’ di quella volta che non riuscivi a recuperare il fiocco (sorride ) “si , l’ea de note, en te na barca de ortre vinti metri con Renso Saccone. Se meta en mae grosso con forte vento e a ghe digo – a dovemo tiae zu er fioco, mola a drissa che me a recupero-. A barca la becheseva e me a no ghe la fevo…avevo paua che er fioco i caschesse en mae e ho continuà a dae di pugni, ma i no vegniva…an certo punto ho sentì – agiuto, agiuto a son me, no picae pù… i g’ea Renso, soto ar fioco”. Oggi Carlo è uno dei soci storici del Circolo Erix dove lo si può trovare a parlare di barche a vela, passione, mai dimenticata che, assieme alla bicicletta è stata una parte importante della sua vita. Personalmente quando lo incontro a pedalare con lena lungo la strada per Romito lo saluto simpaticamente con la frase che dicevamo ai corridori ciclisti da ragazzi “dai Carlo..chi g’en lì“ e provo un leggero senso di invidia. AUSER-ARCA Presidente: Raffaella Coglitore Comunicato della redazione I lettori interessati, possono trovare i numeri perduti di ‘ausergiornalino’ sul sito: www.comune.lerici.sp.it Lo “Star” Diana FFiilloo dd’’A Arrggeennttoo Botti, messaggio di Gabriella I numeri del Filo d’Argento Lerici sono: 0187964208 oppure 3381-1606952 (sevizio di trasporto per anziani autosufficienti per servizi, visite mediche, ospedaliere e ricoveri nella provincia). Il servizio sociale è a offerta libera e individuale per tutti i tesserati Auser di Lerici . Attivo dalle 9:00 alle 18:00. Al sig. Sindaco, a tutti i genitori, a don Federico. Sono tanti coloro che ogni anno intendono allietare il clima delle feste con i botti. Ogni anno, nonostante i divieti, pare che la felicità sia buttare petardi anche pericolosi. E' una tradizione che io trovo barbara, ma che sono in molti ad apprezzare. Tradizione che non si sradica nemmeno di fronte alla constatazione del fatto che vi siano persone che provano un grande senso di disagio (io sono fra quelli con tanti tanti cani) e che hanno il diritto di uscire quietamente. Quest'anno è un Natale doloroso di guerra. Armiamoci di candele e accendiamole. Invitiamo tutti a rinunciare coraggiosamente ai petardi. (Gabriella Molli) Auguri del pres.te Auser-Arca Come ogni anno, desidero a nome di tutto il consiglio direttivo di Auser-Arca, in occasione delle prossime festività inviare i migliori auguri a tutti i nostri iscritti, ai collaboratori che da sempre ci offrono la loro disponibilità,all’Amministrazione Comunale che ci affianca e ci sostiene e a tutta la comunità lericina. (Raffaella Coglitore) Per risparmiare a-L’oreficeria Morselli, sconterà del 5% sull’oro e il 10% sull’oreficeria. b-Al Ristorante Hotel del Golfo per un pranzo dall’antipasto alla frutta basteranno € 20. c-Fiori Juna di pia.zza Garibaldi, praticherà uno sconto del 10% su fiori, piante. d- Ristorante “ da Paolino” di via Gerini 40 10% di sconto su pranzo o cena e- Marco&Rino Parrucchierivia Cavour,71 sconto del 10% . CORSI IN ATTO La nuvola di nichele LINGUA INGLESE INFORMATICA Il mondo è come un pallone, preso a calci da tutti. michele iozzelli Il corso di fotografia inizierà Lunedì 14 dicembre Per maggiori informazioni c/o Auser-Arca tel. 0187964208 L’odore della morte gino cabano A seconda della storia, delle tradizioni, della cultura e delle credenze religiose, si sono sviluppate tra i popoli, nel corso dei secoli, molteplici e particolari usanze di fronte all'evento della morte. Il cordoglio ha avuto, e ha tuttora, singolari forme di espressione; più significative sono quelle della pietà e del sostegno per chi rimane. Un preciso rituale ne regola lo svolgimento. Di solito gli uomini, dopo aver visitato il defunto sistemato nella camera ardente appositamente preparata e rappresentato il proprio cordoglio ai famigliari del morto, si riuniscono in un'altra stanza, mentre le donne restano accanto alla salma in una veglia scandita dalla preghiera, dal silenzio a volte interrotto dal singhiozzo di qualche famigliare. Questo apparentemente è quello che sembra, perché, dopo il rosario canonico, per lo più le donne finiscono per parlottare e spettegolare tra di loro dei fatti propri ma soprattutto di quelli altrui; generalmente delle comari assenti; ovviamente non manca la partecipazione delle donne di casa. La serata è lunga e deve passare. Non è irriverenza verso il defunto, lo scopo rimane quello del distogliere i famigliari dall’immediato dolore e di farli sentire meno soli. La salma stessa diventa partecipe ‘muta’ della conversazione; curata e composta nel suo abito migliore, quasi dovesse andare a una festa. Nella camera gli specchi sono coperti, c’è poca luce nella stanza e la finestra è in tromba. E’il luogo più freddo di tutta la casa, che immediatamente si associa all’idea della morte. Ne percepisci immediatamente l’odore che difficilmente riesci a dimenticare. Ti entra nelle narici, ti si fissa dentro e non lo rimuovi più. Si distingue e si scinde immediatamente dall’odore dei ceri accesi piuttosto che da quello dei fiori che appositamente si trovavano in camera per nasconderlo. E’ un odore strano quello della morte; difficile da descrivere ma facile da ricordare. Non so quanti anni avessi quando per la prima volta ho avuto contatto con la morte. Forse quattro o forse cinque; ero molto piccolo e ho ricordi molto vaghi di quella sera. Di sicuro era inverno perchè faceva freddo. Non ricordo neppure chi fosse la salma, forse un parente o qualcuno della famiglia visto che c’erano oltre ai miei genitori, gli zii e i cugini. La curiosità che è propria dei bambini ci fece scoprire che succedeva qualcosa d’inconsueto. Le madri, se ne accorsero, ci presero e ci portarono in cucina con gli uomini. Lì scoprimmo che praticamente c’era una festa. I parenti ma soprattutto gli amici si organizzavano addirittura in turni per trascorrere la notte. Sul tavolo non mancavano fiaschi e bottiglie di vino, e sulla stufa accesa la caffettiera. Qualcuno azzardava persino una bottiglia di rosolio, di marsala o vermut. Gli uomini praticamente si erano impossessati della cucina e tra un bicchiere e una sigaretta intavolavano le discussioni più disparate che raramente interessavano “la storia” del morto. Per noi bambini c’erano noci e mandarini e le bucce di quest’ultimi, sulla stufa rilasciavano un profumo gradevole ben diverso da quello della morte. raffaella coglitore (pres.te. Auser) Imparare l’inglese facendo teatro Insegnare inglese in Auser ai ‘diversamente’ giovani, far loro imparare l’inglese. E’ un modo per sentirsi più giovani e fa bene. Lo afferma la prof.ssa Diana Cavanna (laurea in lingue e letteratura straniere e moderne - università Statale di Milano e diploma di Liceo Linguistico – Istituto Marcelline di Milano). Attualmente la professoressa vive a San Terenzo. Dopo la laurea si è subito dedicata all’insegnamento delle lingue, professione che ha fortemente voluto. Senza dubbio, sostiene (l’insegnante), non è facile l’approccio allo studio, specie per quanto riguarda la lingua inglese. Quante volte mi sono sentita ripetere: “non ci riesco, non sono portato”. Studiare una lingua straniera deve poter essere stimolante, interessante e divertente. E poi che male c’è se si sbaglia a coniugare un verbo o si pronuncia in modo inesatto la parola? L’importante è buttarsi (tanto per usare un termine scolastico). La lingua è comunicazione. E’ vero che deve servire per poter instaurare un rapporto sociale: ma è vita. E allora quale modo migliore se non il teatro? Sì, perché il teatro in lingua è coinvolgente, eccitante e didatticamente stimolante interessante e divertente per tutte le età. E’ una “full immersion” nella lingua che travolge, coinvolge, e aiuta a memorizzare vocaboli, espressioni e suoni per favorire l’acquisizione naturale dell’inglese unitamente all’attività di drammatizzazione e gestualità. Inoltre la comunicazione teatrale è adatta a tutti: bambini, giovani, anziani e quindi… perché non provare?”. Io, Isidina la ricordo così Non erano molti gli abitanti di Solaro e pertanto ci conoscevamo tutti poiché la maggior parte degli uomini erano “naviganti” le donne non solo erano più numerose, ma si distinguevano, madri e figlie perché attive nel lavoro quotidiano e spesso in movimento perché ogni giorno, come minimo, dovevano andare “in bottega” in quanto in casa non avevano il frigorifero. I bambini erano accompagnati all’Asilo dalle Suore Vincenziane, ma alle elementari andavano da soli. In questo ambiente fui colpito da una bella ragazza che si distingueva, oltre per la figura slanciata e il viso espressivo, per l’italiano corretto che parlava fra il vociare del dialetto imperante. Inoltre aveva un nome esotico, egiziano, Iside reso più accattivante dal diminutivo Isidina; era un attributo in più che le conferiva una simpatica distinzione fra le coetanee. Per situazioni avverse di varia natura, non ultima quella economica non ha potuto proseguire gli studi oltre le elementari, avendo però un desiderio enorme di ampliare i suoi orizzonti culturali. Amante della musica ha presenziato alla proiezione delle opere liriche, balletti etc., organizzate dall’Auser tutti i sabati pomeriggio. Inoltre Isidina Gatto Ronchieri, scomparsa lo scorso luglio all’età di 96 anni è ricordata per la sua passione per la lettura, per la musica, per lo studio in generale. Queste passioni la portarono a essere una delle più assidue frequentatrici dell’Università delle 3 età di cui è stata “decana” essendosi iscritta dalla fondazione nel 1992” Ha partecipato a tutti i corsi letterari conseguendo brillanti premi. In quell’ambiente ricco di idee e di cultura, ho avuto il piacere di ritrovarla dopo anni di lontananza. (di L.R) Il nostro corso d’inglese Isidina Gatto Ronchieri